• i fiori dì arancio o la zagara utilizzati per le nozze, di cui si adorna la sposa, simboleggiano la verginità; tale usanza proviene da una leggenda per la quale una giovane vergine, dovendo convolare a nozze e non possedendo alcun gioiello, in modo miracoloso, assistette alla crescita spontanea, nel proprio giardino, di una pianta decorata di fiori delicati e profumati, di colore bianco; ne è rimasta talmente inebriata che si adornò il capo con la zagara, e da allora è nata la tradizione dei fiori di arancio per la sposa;
  • delle arance si può fare pieno utilizzo, anche delle bucce; il decotto, ottenuto immergendo nell’acqua di un pentolino 3-4 scorze di arancia viene utilizzato come tisana;
zagara
  • le bucce delle arance si possono pure utilizzare per rendere profumatissimo il forno, impregnato di cattivi odori, e dopo aver sottoposto all’interno dello stesso delle scorze a temperatura di 180°;
  • la buccia dell’arancia è ricca di acido citrico, che oltre a profumare l’mbiente, allontana le zanzare, le mosche e i moscerini.
  • A seguito di ricerche e studi effettuatì dall’ Università di New Jork, si aprono nuovi scenari per l’utilizzo dei pigmenti delle arance, che possono essere destinati alla produzione di energia, per uso domestico o come combustibile per le automobili;
  • che il Carnevale d’Ivrea viene festeggiato con la battaglia delle arance; tale tradizione deriva da un’usanza molto antica che ha le sue radici storiche nel Medioevo, allorquando, nel giorno della commemorazione dell’Assunta, il Feudatario regalava, come ricompensa di un anno di lavoro e di stenti, una pentola di fagioli ad ogni famiglia. In segno di protesta contro i sorprusi subiti, i donatari ritennero di buttarle per terra; La rievocazione di tale gesto entrò a far parte delle usanze di Carnevale attraverso il getto dei fagioli inizialmente, e trasformatasi successivamente in getto di arance. E’ una battaglia spettacolare con il popolo in piedi ed indifeso, a subire i getti di arance da parte di tiratori, posizionati sopra carri trainati da 2 o 4 cavalli, e provvisti di maschere e tute protettive a forma di armatura, a simboleggiare il potere e la tirannia del Feudatario verso i deboli. arance-ivrea
  • Nel convento di Santa Sabina, a Roma, esiste ancora dal 1220 una pianta di arancio, trapiantata da San Domenico, portatavi dalla Spagna, sua terra di origine. Tale pianta è considerata miracolosa poichè, a distanza di secoli, riesce sempre a riprodursi e fruttificare prosperosamente. Come narra la leggenda, pare che, proprio da questo albero, Santa Caterina da Siena abbia raccolto le cinque arance che sono state offerte al papa Urbano VI, nel 1379; le stesse candite, volevano rappresentare un invito al Papa, ritenuto molto autoritario e dai modi duri e alteri, a riflettere e ricredersi sul modo alquanto violento dell’esercizio delle sue funzioni, alla stessa maniera del frutto aspro che si trasforma in dolce. convento-di-Santa-Sabina

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