Afidi: cosa sono e come combattere gli attacchi
Per nostra fortuna, non tutti questi tipi di insetti sono pericolosi per l’agricoltura, ma solo una ristretta parte, che comunque consta ugualmente di circa 250 specie. In generale, si tratta di insetti abbastanza comuni e molto pericolosi per la salute delle piante, in quanto ne compromettono lo sviluppo e ne riducono il potenziale di fioritura e fruttificazione.
Principali caratteristiche degli Afidi
Volgarmente conosciuti anche come Pidocchi delle Piante, gli Afidi sono dei parassiti di dimensioni molto piccole, in genere sono lunghi tra l’uno e i 10 millimetri. Essi agiscono succhiando la linfa da foglie, germogli e rami e purtroppo possono rappresentare dei vettori di virus molto dannosi, come funghi patogeni e di organismi che si cibano di legno. La sottrazione di linfa determina la perdita di risorse molto importanti per la pianta e contestualmente gli afidi la propria saliva che induce la pianta a una afidipiù intensa attività respiratoria e a un consumo più elevato di energie. Le sostanze entrate in circolo tramite la saliva degli afidi possono produrre delle malformazioni responsabili della riduzione dell’area fogliare e del conseguente calo di efficienza nell’assimilazione delle sostanze nutritive.
La minore vitalità della pianta colpita dagli Afidi si traduce in ultima analisi nel calo della produzione (soprattutto negli alberi da frutto) e nella scarsa qualità dei frutti che devono necessariamente essere venduti a un prezzo inferiore. Una delle caratteristiche più visibili delle loro infestazioni consiste nella comparsa di melata che può essere all’origine della comparsa di crittogame. L’attacco di Afidi non va mai trascurato ed è necessario intervenire in tempi abbastanza rapidi in quanto possono essere responsabili di danni estremamente gravi.
Con la denominazione di Pidocchi delle Piante si individuano in particolare una ventina di specie di Acari (alcune delle quali dotate di ali e che quindi possono affrontare spostamenti anche piuttosto lunghi) caratterizzati da un corpo lungo fino ai tre millimetri. Le specie più comuni colpiscono le rose e il tabacco, ma in genere non disdegnano la maggior parte delle piante, siano esse ornamentali, da orto o coltivate. Infatti, a ulteriore testimonianza della loro versatilità, sono in grado di annidarsi sia sui fusti che sulle foglie (nella pagina inferiore).
Un altro aspetto che rende questo parassita un nemico molto temuto è rappresentato dal fatto che le infestazioni vedono la presenza di tantissimi esemplari, con femmine che si riproducono per partenogenesi fino a tre volte l’anno dando vita ad altre femmine. In autunno, invece, arriva una generazione di esemplari maschi che fecondano le femmine in modo da far deporre loro delle uova, che sono più adatte a resistere ai rigori dell’inverno. Inoltre, gli afidi riescono a sviluppare mutazioni grazie alle quali possono arrivare a resistere anche agli insetticidi sistemici, divenendo così molto difficili da eradicare.
Come combattere gli attacchi degli Afidi?
Per contrastare le infestazioni degli afidi esistono in primo luogo alcuni alleati naturali. Le temperature basse contribuiscono a ridurre in modo drastico le popolazioni e lo stesso vale per i climi caldi e asciutti in quanto favoriscono una riduzione delle risorse alimentari. Per queste ragioni, il periodo più pericoloso per la diffusione degli afidi è rappresentato dai mesi primaverili, sia per la presenza di temperature meno estreme che per l’abbondanza di germogli che favoriscono la fecondità degli esemplari femmina. In secondo luogo, bisogna sottolineare anche l’importanza degli insetti entomofagi, predatori naturali degli afidi che tuttavia vengono contrastati dalle formiche.Tali insetti vengono attratti dalla melata e finiscono per divenire un alleato degli afidi favorendone pure la loro diffusione.
Gli entomofagi, tuttavia, entrano in azione troppo tardi, quando ormai le popolazioni sono troppo ampie, quindi non costituiscono una difesa efficace. Per questo motivo, è fondamentale il ruolo della lotta integrata che, in quanto tale, permette di intervenire a difesa delle colture senza comunque interferire con i ritmi della natura e senza le controindicazioni della lotta chimica.
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